Nuove prospettive di formazione e di edutainment musicale: viaggi reali e virtuali della contemporaneità
A seguito della situazione pandemica tutto il comparto artistico è entrato in una nuova era: tuttavia, in questa sede, il punto di vista è quello del musicista, messo di fronte, dalle sfide della contemporaneità, ad un interrogativo sul suo statuto e sul senso del suo operare.
L’evento epocale di cui siamo stati involontari attori ha impresso una potente accelerazione ad una rivoluzione digitale che già stava procedendo a passo sostenuto. Per quanto l’ancorarsi ad antiche certezze possa apparire rassicurante, i varchi aperti impongono l’esplorazione di nuovi territori in cui trovare delle vie.
Grazie all’esperienza di musicisti che applicano il loro talento, oltre che nella didattica, nella direzione artistica di corsi di alta formazione o di prestigiose stagioni musicali, si intende promuovere un confronto a partire da alcune questioni nodali: in primo luogo, cosa oggi si possa definire “arte”, tenuto conto che perfino i contorni di quella consolidata partizione tra ambito umanistico e tecnico-scientifico, avviata con l’Umanesimo, vengono stemperati dalla rivoluzione digitale.
Le recenti applicazioni dell’intelligenza artificiale generano entusiasmi ed al tempo stesso inquietudini: per rimanere ancorati all’ambito della formazione e della fruizione musicale, proponiamo solo alcune ipotesi di riflessione.
L’assenza di musica dal vivo e gli inediti paesaggi sonori cui abbiamo assistito sono stati esperienza comune ad ognuno di noi. Le domande che sorgono sembrano quasi partire da un “anno zero”: cosa si prova alla presenza di un suono reale? È cambiata la capacità di ascolto? Sono mutate le abilità degli strumentisti e le modalità di suonare insieme?
La tecnologia ha imposto un cambio di paradigma: sarà ancora possibile dare un seguito di senso alla “dimensione artigianale” del fare musica, fondata sull'acquisizione di competenze in una paziente e costante pratica quotidiana? Quale è il valore aggiunto di una formazione acquisita in maniera diretta da un docente anziché attraverso un device informatico? La DAD può rappresentare una stagione di sperimentazione da cui trarre insegnamenti per un rinnovamento della didattica in ambito musicale? D’altra parte, sul fronte della fruizione, ci si domanda se le diverse piattaforme e il formato livestream non possano soppiantare del tutto l’ascolto di un concerto dal vivo: si troverà modo di tenere insieme tradizione e cambiamento?
Rispetto al nuovo che avanza, non si può pensare che tutto rimanga come prima: metodi, approcci, strategie di comunicazione, contenuti devono essere ripensati mettendo in campo creatività e ampiezza di visione.